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ROLLA
MELODRAMMA IN DUE ATTI
DA RÀPPRESEIN'TARSI
NEL T EATM© CAMI&MAM©
* iS'ù/tàmno c/et s8J(
TORINO ? PER I PRATEI1I FAVAXiE
TIPOGRAFI DELL' IMPRESA DEI REGIl TEATRI
Ccw permimìojie.
Digitized by the Internet Archive
in 2013
http://archive.org/details/rollamelodrammai00mabe3
PERSONAGGI
ATTORI
MICHELANGELO BUO-
NARROTI. Torre Secondo
ROLLA , Scultore.
Badiali Cesare, Accademico
di Bologna, Bergamo, ed Acca-
demico d' onore della Filar-
monica di Torino.
STEFANO, di lui fratello. Gabussi Rita, Accademica di
Bologna e Socia onoraria delle
ELEONORA , amante di
Rolla.
Il Marchese APPIANI.
Accad. di Firenze e Torino.
Moltini Adelaide , Socia
onoraria della grande Accade-
mia Apollinea di Venezia.
Deval Antonio
GINEVRA, ancella di
Eleonora. Bruni Alina.
CORI e COMPARSE
Parenti e amici di Rolla — Popolo di Firenze
— Famigli del Marchese — Un Paggio —
Un Messo del Granduca.
La scena è in Firenze , verso la metà del
secolo XVI.
Poesia eli Giorgio Giachetti.
Musica del Maestro Teodulo Mabelltni.
I versi virgolati si tralasciano per brevità.
Primo violino e Direttore d'orchestra
Ghebàrt Giuseppe ,
Accademico d' onore e Direttore dell' orchestra
dell' Accademia Filarmonica.
Primo violino Direttore pei balli
Gabetti Giuseppe.
Maestro al Cembalo
Luigi Fabbrica
Capo dei secondi violini
Prima viola
Primo violoncello
Primo contrabbasso
Primo oboe
Primi flauti
Primi clarinetti
Primo fagotto
Primo corno da caccia
Prima tromba
Primo trombone
Arpe
Cembalista
Cervini Giuseppe
Unia Giuseppe
Casella Pietro
Anglois Giacomo
Vinatieri Carlo
Pane Effisio
Pane Serafino
Merlati Francesco
Majon Giuseppe
Zecchi Leopoldo
Belloli Gioanni
Raffanelli Quinto
Arnaudi Giovanni
Concone padre e figlio
Porta Epaminonda,
Suggeritore
Minocchio Angelo.
Maestro e Direttore dei Cori
Buzzi Giulio.
Sarti
Inventori e Pittori delle scene
Luigi Vacca , Pittore di S. S. R. M. , e Professore
nella Regia Accademia di Pittura e Scultura ,
e Giuseppe 'Bertqià.
Macchinisti
Bertola Eusebio — Majat Giuseppe.
Inventore e disegnatore degli abiti
u !lN!
Eseguiti dai signori
da uomo Becchis Domenico.
da donna Fraviga Vittoria.
%Bewttónara
Tinetti Felicita.
Piumassaro
Pavesio Giuseppe.
Attrezzista
N. %
Magazziniere
Fraviga Vincenzo.
Capo Ricamature
N. N.
Parrucchiere
Ferrerò Bernardo.
Capo Illuminatore
N. N.
Regolatore delle Comparse e del servigio
del Palco scenico
Bovio Carlo.
oTmmnrs
>' @j(P©©©(Q)©©©(Q>@)ÌÌ) "$' "<|
2ttto prima
>€^SH5><
SCENA PRIMA.
Lo Studio di Rolla in una easuccia vicina alle rovine del pa-
lazzo di Lorenzo ; qua e là dei marmi , dei gessi , e dei pezzi
di statue antiche e moderne. A destra nella parete uno sfondo ,
a cui si giunge per una saiita di tre o quattro gradini ; alla
destra pure , poco distante dalla gradinata , un piccolo uscio che
mette all' interno di detto sfondo , il quale è coperto da upa
cortina rossa. i\l|a sinistra in fondo una porta a due imnp^je.
Una porta laterale a destra. Fra lo sfondo e la porta a due im-
poste , una tavola coperta di disegni. La porta in fondo è spa-
lancata , e lascia vedere una piazza ed i principali monumenti
di Firenze.
Rolla addormentato sulla graziata : parenti
e amici di Rolla cho giungono dal fondo.
I.
IL
I.
IL
II
Ih
E
igli donile.
Si?
Mirate ?
11 pallop gli sti sul vÌ6o.
Forse ei sogna il paradiso,
Che fra Forgia ritrovq.
Che mai dite ? V7 ingannate :
Non ha vizio.
No .„ virtude ?
(ironicamente)
I- Egli affetto in cor non chiude ,
V apatìa lo generò.
II. Ah ! ah ! ah ! gli è ver ...
I. Guardatelo ,
E niegare non si può*
Rol. Buonarroti ! (sognando)
Coro Ei sogna.
Rol. Anch' io ... (e. s.)
Sono artista.
Coro Pari a quello
Hai soltanto lo scarpello.
Gli altri E il mazzuolo.
Tutti {ridendo forte) Ah ! ah ! ah !
Rol. (svegliandosi)
Voi ... chi siete ? Oh ! sogno mio ... ^
Con qual dritto entraste voi ?
Coro Forse che non vedi in noi
Tuoi congiunti, 1' amista ?
Rol, L'amistà? sì dolce titolo
Rolla ancora a voi non dà.
Alc. del C. E congiunti a te non siamo ?
Rol. Sì! ma nulla da voi chieggo.
Coro Rolla è grande!
Rol. In voi sol veggo
Turba vii di adulator.
Coro Sconoscente ! a te veniamo
Onde tòrti a tue chimere ,
Di tua madre le preghiere
Ricordiamo ...
Rol. Ad essa ... onor.
Coro Che la nostra è pur sua patria
Rammentiamo , o ingrato , ancor.
Rol. In Fiorenza nacque , è vero
La mia madre sventurata,
Ma una lagrima > un pensiero
Mai da voi non chiederà;
De' suoi figli la memoria
Deh ! sia pur dimenticata ,
Sia con voi fortuna e gloria 9
A me pace basterà.
Coro Pace chiami fra lo stento
E fra T ozio trar la vita ?
Rol. lo fra V ozio ?...
Alcuni del Coro Ciò t' irrita?...
Gli altri Non è vero ?
Rol. No.
Coro No ?
Rol. No.
Coro Forse hai fatto alcun portento
Pel concorso ? - li giorno è giunto ,
Tu T esponi , entr' oggi appunto
Spira il termine.
Rol. Lo so.
Alcuni del Coro
Zitti , zitti , una Cecilia
Egli forse la celò.
Rol. Vi fermate , assai finora
Già soffersi.
Coro E niegheresti
Di mostrarci quel che festi ?
Rol. Mi lasciate ...
Coro Eh ! via ...
Rol. Non più ...
Stanco io son... (prende il suo mar-
tello da scultore e li minaccia)
Coro Minacci ancora ?
Rol. Guai a voi! {alzandolo sopra di loro)
Coro Che ardisci tu ? (indietreg-
Rol. Non ha fibra questo core, giando)
Che non frema irata , ardente ;
Giunto è al colmo il mio furore,
Delirante è la mia mente ...
Guai ali7 empio che s' appressa !
Qui la morte troverà.
Coro Non timor , pietà mi desta
Il furore che t' accende ;
Ma la volta estrema è questa
Che un mio pari a te discende ...
10
Vanne , ingrato , trista > oppressa
La tua vita ognor sarà.
(il Coro parte , Rolla entra a destra)
SCENA II.
Eleonora accompagnata da Ginevra ? indi Rolla.
Ele. Rolla ... ove sei ? - Che miro !
Ei riposa : Ginevra ,
Veglia che alcun non mi sorprenda (*) Oh cielo!
(*) (Gin. parte)
Io tutta tremo ; ah ! mi proteggi , o amore :
Frenar la brama in core
Più non potea di rivederlo - Oh ! come
Dolce e pura mi par V aura che spira
In questo loco ,• oh ! come
Qui felice vivrei
Ignota a lui vicino i giorni miei.
Forse giammai vedrò
Sorger per me quel dì !
Forse penar dovrò
Sempre così ! —
Ah! se un destin se ver
Lontan ti vuol da me ?
II core ? il mio pensier
Sarà con te.
Ei s' appressa ... mio bene !
Rol. Non m inganno ... Eleonora !
Tu qui! oh! contento... ah ! parrai un sogno an-
Ele. Mio Rolla, a te vicino appien mi scordo (cora
D' ogni mia pena.
Rol. E che?
Ele. Sappi: in isposa
Ad altri mi destina il genitore.
Rol. Ah! tu mi squarci il core ...
E a chi ?
Ele. Ad Appiani.
Rol, Oh ciel ! che sento ...
Ele. W odi :
Compiangerlo tu dèi , non condannarlo,
Di Genova sua patria il padre mio
«
li
Esiliato qua! tu > venne in Fiorenza ,
D' ogni bene spogliato ;
Appiani , il sai , V accolse ...
Rol. Ahi! sventurato. .<
Ele. Or vergendosi ornai presso alla morte ,
Assicurar la sorte
Di sua figlia ei vorrebbe.
Rol. Ah! questo colpo
Mancava ancora alla sventura mia ...
Tutto è perduto !
Ele. Ah ! no , <T altri non fia
Ch'io mai divenga-, a te fido è il mio core 5
Il mio primo tu sei , V uktao amore.
Oh ! non pensar che vivere
Da te divisa io possa ,
Non che la vita io voglio
Comtm con te la fossa 5
Fasto i fortuna , gloria ,
Tutto tu sei per me...
Tempo o destin dividermi
Mai non potrà da te.
Rol. Più ne' tuoi lumi attorniò
Fisso lo sguardo mio ,
Più d' adorarti , ah ! credilo ,
S'accende in me il desìo 5
No , così bella immagine
Opra mortai non è ...
Ah ! che sei mia ripetimi ,
Il ciel dischiudi a me ...
Ele. Son tua.
Rol. Gran Dio !
Ele. Ne dubiti ?
Rol. Tu , d1 un patrizio figlia ,
Sposarti ad uomo ignobile
Di misera famiglia !
Il padre tuo puoi credere
Mai giunga a acconsentir ?
Ele* Io non dispero arrenderlo ...
Rol. Oh ! tal pensier m' attrista.
Ele, E che ? non sei tu artista ?
Non hai tu V avvenir 1
12
Rol. Ah ! T avvenir!!
Ele. Al termine
Forse condotta ancora
Non è la tua Cecilia ?
Rol. Sì ...
Ele. Ch' io la vegga.
Rol. Or ora ...
T arresta.
Ele. E perche mai ?
Rol. Più tardi la vedrai ...
Ele. Esposta ? ah ! sì ...
Rol. (Che faccio ! )
Ele. Mi fia più dolce ancor 5
Già di vederti sembrami
Del premio vincitor.
Rol. Che mi varrìa la gloria ,
Quando tal sorte avessi >
Se teco poi dividerla,
0 cara , non potessi ?
Ah ! basta a me un tugurio ,
Purché tu sii con me.
Ele. Con me dovrai dividerla ?
Con me !
Rol. Fia ver? con te!
a 2.
Quando al mondo e al cielo in faccia
Dir eh' io t' amo a me fia dato ,
Agli affanni , ai lunghi spasimi
Benedire allor saprò;
Al tuo fianco assorto in estasi
Questo core innamorato 9
Chiederà se in cielo un angelo
Gioia eguale mai provò!
(Eleonora parte)
SCENA III.
Rolla solo , indi Stefano.
Rol. Di veder 1' opra mia
Ella pure desia - ali! non fia giammai ;
15
A lutti star celato
Debbe l' arcano , e , pia d' ogn altro , a lei.
Desìo di gloria , invan tu mi tormenti ,
Non sarà mai eh' io tenti
A prezzo dell' onor di lei che adoro
Di conquistarti. - Meco eternamente
Quel marmo resterà • da lei diviso
Se vuoimi il fato , almen V effigie sua
Di conforto mi fia nei dì del duolo.
Sol eh' io potessi ah ! solo
Tór la menda che resta
Al manco braccio! ma, che dico! invano
Io finor lo tentai ... trema la mano...
Di sentire mi sembra
I moti del suo cor , parmi che debba
Escirne il sangue ... allor V usato ufficio
Mi niega lo scarpello.
Ste. (entrando)
Dove sei ? dove sei ? , guarda o fratello.
(mostrandogli una borsa)
Rol. Dell' oro ! e d' onde , o Stefano ?
Ste. Che ti par ? la statuina che mi desti
Non ho venduto bene ?
Piol. E che ? sol uso
A darti poche lire era Daniele.
Ste, Daniele, il so, ma non più a lui vendetti
La statuirla.
Rol. E a chi mai ?
Ste. Ecco, nV ascolta ,
E tu pur riderai alla tua volta.
Con passo franco e celere
Verso Daniel movea ,
Allor che due m' arrestano ,
Che mai non visti avea ,
Ove ten vai , ini dicono ,
Con quella statuina ?
Vorresti a noi tu venderla ?
Mi pare assai bellina.
Io porgo a lor la statua ?
Dicendoli di sì.
.14
Quei ch'era assai più vecchio
La guarda con stupore ,
Indi, al compagno Toltosi ,
Gli dice ? Mio signore ,
Questo è un lavoro gotico
Da qualche tempio tolto ,
Scultura pregiatissima
Di data antica molto ,
E più non se ne trovano
Ai tempi d'oggidì.
Rol. Volli imitarli.
Ste. Ascoltami ,
Vedrai come finì.
Più non mi fu possibile
Frenar le risa allora ;
Glie questa è messa al termine
Non è , lor dissi , un ora ;
Di tai lavori gotici ,
Sovente ne facciamo ,
E a prezzo modestissimo
Noi sempre li vendiamo ;
Mi duole , ma uno sbaglio
Prendeste per mia fé.
Confusi allora , attoniti ,
Gu arda ron si fra loro ,
E , intanto in man ponendomi
Sì bei ducali d7 oro,
L7 autore della statua
Chi fosse m7 hanno chiesto *
Ei vuol restare incognito ,
Risposi , e presto , presto,
Fuori di me dal giubilo ,
Io son venuto a te. (abbraccia Rol. I
Rol. Ab ! sì m' abbraccia , o Stefano ,
Le gioie , le tue pene
Sono le mie
Ste. Dividere
Ora fra noi conviene,
Rol. Tienlo , o fratel, tu serbalo
Ste. Ah! sì, t'affida a me.
15
A premiarti - a consolarti ,
A far lieti i giorni tuoi ,
Riposare in me tu puoi ,
Io quest' oro impiegherò ;
Da prudente segretario ,
Non temer, mi condurrò.
Rol. (Ciel ! concedi a sì beli' anima
Quella pace eli7 io non ho.)
(Rolla parte)
SCENA IV.
Stefano solo.
Povero Rolla , quanta è buono , oh ! voglio
Che sia di me contento ;
Quanti ducati ! e tutti nuovi! adesso
Fare i conti fa ci7 uopo ...
SCENA V.
// Marchese Appiani , Michelangelo ? e detto.
Mie. faci Ap. entrando) Ed io vi dico
Che entrato è qui V amico,
Eccolo.
App. È desso.
Ste. (Oh beila ! i compratori
Della statuina.)
Mie. In ver che fatto poco
Non abbiamo a seguirti.
Ste. Ed a qua! fine ?
Mie. Ad ogni costo io voglio
Penetrare chi sia
L' autor di questa. (mostrando una piccola
Ste. Duolmi in fede mia statuina)
Ch9 egli assente si trovi.
App. 11 di lui nome ?
Ste.Eì non vorrebbe ..♦
App. Eh! non importa*
16
Ste. Rolla.
Mie. E tu chi sei ? il suo fratello ?
Ste. Appunto ;
Ma solo da due mesi io qui son giunto.
Mie. Di qual paese ?
Ste. Entrambi
Da Genova noi siamo.
Mie. Egli ha del merlo.
App. Qualche lavoro al certo
Pel concorso avrà fatto ?
Ste. Oh ! senza fallo.
App. Vediam ... dov' è ?
Ste. Fermate ...
Non si può ... perdonate.
Mie. Io me ne intendo.
Ste. Non di molto mi par.
Mie. Come ?
Ste. Soltanto
I pasticci prendete
Per gotici lavori ... (ridendo)
App. (piano a Midi.) Che volete ?
Mio caro Buonarroti , il vostro sbaglio
Davvero è imperdonabile ...
Mie. (piano ad App.)
Grazie, marchese. (aSte.)W^ perchè non vuoi ?
Ste. Perchè ei non vuole; neppur io finora,
Che il suo fratello son, la vidi ancora
App. Forse esporla non conta ?
Ste. Oh ! certamenie ...
Io crederei . ..
Mie. Allora tanto vale 5
Or vederla possiam.
Ste. Non dite male ...
Ma non vorrei ...
Mie. Coraggio !
Egli non e" è.
Ste. Mi promettete in pria
Di nulla dir ?
Mie. Ten do la fede mia.
(Stefano va a toccare un ordigno , e si vede la
17
statua. — TutU gettano un grido di sorpresa.
— Breve silenzio.
a 3.
App, (Non m' inganno ... il riso angelico ...
Quelle forme ... quel sembiante ...
D'Eleonora eli' è l'immagine!
Che sia (lessa d' altri amante ?
Penetrar non ho coraggio
La crudele verità.)
Mie. (Qual portento ! oh Italia , Italia ,
Ecco un genio che ti onora !
Ecco un tiora che la tua gloria
Renderà più chiara ancora !
Ecco un' opra che de' secoli
L' onta mai non temerà ! )
Ste. (Di celar ben fea V artefice
Quel prodigio incantatore,
Danneggiar potrebbe il zefiro
Di beltà sì puro fiore ;
In quel marmo quanta grazia !
Certo il premio ei vincerà.)
Mie. Deh ! beare ancor mi lascia
In queir opra ...
App. Affé che poco
Io ci trovo ; non v' ha genio.
Ste. Voi lo dite sol per gioco.
App. Ve n' han mille qui in Fiorenza
A lui pari,
Ste. fin collera) E qual?
Mie. (piano ayStef.J Prudenza.
App. E un lavoro mediocrissimo
Che ben fece di celar.
Mie Perdonate : egli ha dell' attico.
App. Come gotico è quell'altro, (deridere
Ste. (Maledetto sia lo scaltro ! ) dolo)
App. Vi tornate ad ingannar. (e. s.)
Mie. Per Leonardo e Raffaello!
È una perla ! Ma che vedo !
V ha un difetto al manco braccio ...
18
App. Ah ! ci siamo.
Ste. Non Io credo.
Mie. Che ? noi vedi ?
Ste. Io no.
Mie. Ma sembrami
Giunga alcuno ...
Ste. Io veglierò.
(va sulla porta ad osservare)
Mie. Sì, tu veglia . (intanto il vizio
In due colpi io toglierò,) (prende lo
scarpello ed il mazzuolo e va a correggerla)
Àpp. (Non v' ha dubbio ...è dessa ! )
Ste. Un' anima
Non si vede. - Oh ciel ! che fate ?
Mie. Tolgo il vizio, (terminando di correg-
Ste. Deh ! fermate ... geré)
Gente ! aiuto !
Mie. Taci là.
App. Danneggiar non è possibile (a Stef.)
Una tanta rarità.
Ragazzo mio , consolati ,
E un buon pasticcio anch' esso,
Ne all' attico , riè al gotico
Non fu giammai dappresso 5
Se quello ottiene il premio ,
Mi voglio anch' io provar.
(Tremar dovrà la perfida ,
Saprommi vendicar.)
Ste. Sarà un lavoro insipido, {ad App.)
Sarà quel che volete ,
Con dispregiarlo il merito,
Signor , non gli togliete.
Con voi io sono in collera, (a Mich.)
Con voi mi vo' sfogar,
(Che mai dirà quel misero !
Non T oso immaginar.)
Mie. Non t7 adirare , acquetati ,
Ei grato ancor mi fia ,
Vedrai che in seno il giubilo
Gli desta 1 opra mia ;
Di lui voliamo in traccia
Ei debbe trionfar.
(Dell'arte un tal prodigio
Io non credea trovar.) (partono)
SCENA VI.
Grande galleria nel palazzo Appiani , ove ha luogo l'esposizione
delle staine di Santa Cecilia.
Tre statue a destra , e tre a sinistra : a* piedi di
ciascuna statua è scritto il nome deli' autore.
Esse verranno disposte neW ordine seguente co-
minciando dalla destra — Giovanni Bologna da
Dovai - Vincenzo Danti - Antonio di Gino - Lorenzi
da Settignano - Vincenzo Derossi da Fiesole -
Valerio Gioii da Settignano.
Uomini e Donne vengono a vedere V esposizione.
Donne LG. Come son belle! osservale.
II. Coro Sembran parlanti , è vero ?
Uom. I. Coro Non vi traspare il genio,
E misero il pensiero.
IL Coro 0 non han grazia , o mancano
Di morbidezza.
Alcune Donne E quella ? (accennando
quella di Giovanni Bologna)
Che ? forse non è bella ?
Uom. I. Coro Davvero , oh ! questa sì.
IL Coro Tutte così pur fossero.
Alcuni Chi ri è 1' autore ? (avvicinandosi per
Alcuni altri Chi ? leggere)
Tutti Ah! Giovanni Bologna. (leggendo)
Uom. I. Coro Quai forme tondeggianti !
II. Coro Come quel braccio è morbido!
Donne I. C. Ti prostreresti innanti
Per adorarla.
IL Coro Sciogliere
Par che ti voglia un canto.
20
Uomini
Donne
Uomini
Donne
Fra tutte Y altre il vanto
Questa portar dovrà.
Chi sa ? vediam queir altre.
L' egual non v' ha.
Chi sa ?
(entrano a destra)
SCENA VII.
Eleonora e Ginevra dalla sinistra.
Ele.
Gin.
Ele.
Né mai di Rolla leggere
Mi verrà dato il nome?
Che esposta ancor non V abbia ?
Ah ! perche mai ... ma come ?
Ve n' hanno ancor parecchie.
Ah ! sì -, vediamle ancor.
Che a lui serbato è il premio
A me predice il cor.
Centrano a destra)
SCENA Vili.
Rolla dalla sinistra si avanza a passo lento os-
servando le statue : giunto davanti a quella di
Giovanni Bologna si arresta ^attonito a con-
templarla.
Rol4 Quale da quella statua
Greco sapor trapela !
Essa d7 un genio è figlia ,
Che a gloria eterna anela;
Ah ! come mai la mia ?
Come restar potrìa
Di quella a fronte ?
21
SCENA IX.
Uomini e Donne che tornano dall' avere visitate le
statue , indi tosto Eleonora e Ginevra dalla des-
tra , poscia il Marchese Appiani , Michelangelo e
Stefano dalla sinistra.
Coro
È inutile ,
La simile non v7 è.
Ele.
Rolla !
Rol.
Eleonora !
Ele.
Additami
Ov7 è la tua ?
Rol.
(Gran Dio !
Come poss7 io difendermi ? )
Ste.
Quegli è il fratello mio. (adAp. e Mie.)
Ele.
Taci :
Àpp.
(Che miro ! oh rabbia !)
Ele.
D7 aprirti sdegni a me ?
Tutti.
Ele.
Quale a sì lungo indugio ,
t
Gin. (da sé) Quale cagion,, astringe ,
Forse a tentar la gloria
La tema jo respinge?
La * non veggo ancor?
sua °*T
Rol. (Tu, giusto ciel ! consigliami,
Svelarle deggio il vero ?
Ah! non mi regge l7 anima ?
lo tremo al sol pensiero ...
No ? non dovrà dividere
Lo strazio del mio cor.)
App. Con quale arder , qual7 anima
Favella a lui Y indegna !
Dunque sovr essa despola
Oscuro artista regna ?
A stento sol reprimere
Posso la bile in cor.)
Mie. (Ecco , o felice Italia , •
Un de' bei giorni tuoi !
Ora , o Michele , attendere
Lieto la morte puoi ,
Ora , o cadente veglio ,
Ti resta un successor.)
Ste. Ah ! per pietà ven supplico , (a Mìe.)
Se amor per lui nutrite ,
Tacete della statua ?
La fé non mi tradite ;
Io di mirarlo in faccia
Ornai non ho più cor.
Coro Altri v7 ha pur che osservano... (fra loro)
Udiam che mai diranno ,
Vediamo se a noi simili
In giudicar saranno ;
Che niuna è di quel pregio
Per me sostengo ognor.
Ele. Ebben ?
Rol. Su quella statua
Fissa lo sguardo in pria $
Chi ad opra tale il premio
Mai contrastar potria ?
Oh ! ben lo merta.
Mie. Estatico
(a Rol. avanzandosi)
Quel marmo a che mirate?
Roi,. Perchè d7 invidia sembrami
Che degno ei sia.
Mie. . Sbagliate.
Coro Chi sarà mai quel critico?
Mie. Esser potria migliore.
Ste. Sì, bravo, incoraggiatelo. (piano
Rol. e Coro (avanzandosi) a Mie.)
Quale crudel rigore !
Mie. Giustizia e non rigor. (colla mano
accenna loro parecchi difetti)
25
Ste. La grande meraviglia
Qui poi non veggo ancor.
App. (che fino allora sarà rimasto in disparte y si
avvicina ad Eleonora.)
A voi che pare?
Ele. (Ahi ! misera.)
Signor ...
Ste. (volgendosi ad El. eclJp.) Davvero , udite:
Non parla mal quel vecchio.
Mie. Ebbene , che ne dite ? \a Rol. ed al
Rol. Ma voi , signor .,. Coro)
App. (al Coro) Sappiatelo:
Forse miglior d' assai
Verranne un7 altra statua.
Coro Oh ciel! che dite mai ?
Di chi ?
App. Di Rolla.
Ele. (Oh giubilo ! )
App. (L' indegna ne gioisce. )
Rol. lo ?... Come?...
Ste. (Or tutto scopre si.)
(piano a Rol.) Ei forse I' arguisce.
Coro Dov è ? dov' è ? vediamola.
App. Fra poco V esporrà.
Rol- Giammai !
Tutti (eccettuato Ap.) Perchè ?
App. (La perfida ! )
Rol. Nessuno la vedrà.
Penetrar 1' arcano mio
A mortai non sarà dato ;
Pria distruggerla vogl' io ,
Pria spirarle esangue a lato ...
Ninno in terra , il eie! soltanto
Giudicar di me dovrà.
App, (Sciagurata ! V amor mio ,
Le mie cure dispregiasti ,
Ma vendetta appien poss' io
Far del duol che mi recasti ;
Piangerai , ma inutil pianto
il tuo ciglio verserà,)
24
Tutti gliJaltri (a Rolla)
E di gloria il bel desìo
Non ti sprona , non t7 accende ?
Perchè scegliere V obblìo
Alla fama che t' attende ?
Qual potere 5 quale incanto
Or demente mai ti fa?
Fine dell' Atto Primo.
25
2itt0 WCQtiW
SCENA PRIMA.
ATRIO DEL PALAZZO APPIANI.
Famigli del Marchese.
Coro V-jhe vuol dir? sì sdegnato, sì tristo
Il marchese giammai non fu visto ,
Tronchi detti gli sfuggon dal labbro,
Mal repressi, profondi sospir ...
Che gli avvenne ? che mai lo corruccia?
Queir intenso dolor , che vuol dir 1
Alcuni del Coro.
Zitti, zitti, egli appressasi.
Gli altri In faccia
Gli si legge T angoscia del core.
Tutti La cagion del suo crudo dolore
Di scoprir noi deggiamo tentar.
SCENA II.
// Marchese Appiani, e detti.
àpp. (Ch' io disveli a un vegliardo cadente
Di sua figlia V affetto colpevole ?
26
No, noi deggio , non fora prudente,
Ei di duol ne potrebbe spirar.)
Coro Quale affanno in tuo petto si cela ?
A' tuoi fidi , o signor , lo disvela.
Api\ (Niun calmarlo potrebbe.) (*) Ah ! lasciatemi
(1) (si ode un preludio d'arpa)
Quelle note un' istante ascoltar.
Ele. Come fior che d' aura privo (di dentro)
Si scolora , sviene e muor,
Senza te ♦ per cui sol vivo ,
Geme e langue questo cor.
Del mio corpo 1 ombra in pria
Fia mi deggia abbandonar ,
Che T amor, la fede mia
Possa un giorno mai cangiar.
App. Quegli accenti - quei lamenti
Son cagion del mio dolor ,
Son veleno - che nel seno
Scende e lacera il mio cor.
Io T amava - V adorava
Quanto in terra è dato amar,
E quel core - d' altro amore
Or io veggo divampar.
Coro Dispregiar gli affetti tuoi
Eleonora ! - E qual mortale
Osa farsi a te rivale ?
App. Un artista !
Coro Saria ver!
App. Sì , miei fidi.
Coro Se tu il vuoi
Vendicato appien sarai.
App. No , col sangue non fia mai ...
Coro Quale adunque è il tuo pensier ?
x\pp. Non sovr7 esso Y ira mia
Fia che piombi , sovra lei
Che sprezzò gli affetti miei ,
Che a colui posporrai osò.
Coro Ben ragioni.
App. Certa via
A me parasi davante 5
27
Non è lunge un tale istante ,
Queir ingrata io punirò.
No , non inulta , o perfida,
DJ' andrà quest' onta mia ,
Vedrai che possa un anima ,
Che dispregiata sia ,
Frenar saprò le smanie
D'un forsennato amore,
La voce dell' onore
Soltanto parlerà.
Coro No , sì crudel dispregio
Soffrire tu non dèi j
A rispettar chi sei
L'indegna impareià. (il Coro parte)
SCENA HI.
Michelangelo ed il Marchese Appiani.
Mie. « Di voi , marchese , in traccia
« Io men venia. — Firenze esser non debba
« Privata d' un tesoro,
« Qual può dirsi il lavoro
a Che di Rolla vedemmo 5 a noi s'aspetta
« Parlarne al Duca , onde fra 1' altre sìa
« Esposta T opra di sì bello ingegno.
App. (( (E appunto il mio disegno ]
« L'amore di Eleonora
(( Così pubblico fia. ) Sì , Buonarroti,
« Al par di voi mi preme
« Che esposta venga ; in quest* istante istesso ,
« Se il volete, possiamo
(( Dal gran Duca recarci.
Mie. a Altro non bramo.
(par tono)
28
SCENA IV.
Lo Studio di Rolla, come air alio primo, scena prima.
Stefano solo.
Ah! perchè mai d' esporre
La statua sua ricusa il mio fratello :
Quando al certo più bello
D' ogn' altro è il suo lavoro ? Perchè mai
Gettar così tante fatiche al vento ?
Ah! mi fa bile, il sento...
E non potergli dir : la statua tua
E la più bella, io sollevai quel velo;
Guai se il sapesse ! oh cielo !
Ed io già mi scordava ... or che s' avvegga
Che un altro pose man sul!' opra sua!...
Che mai dirà ? quante rampogne , ah ! quante
Ei dovrà farmi ! Alcuno viene ... ah ! forse
E desso ... a noi ! di lavorar fingiamo.
(si mette al tavolino a disegnare)
SCENA V.
Eleonora e detto.
Ele. Rolla ...oh ciel !... {prendendolo per Rolla)
Ste. (alzandosi) Io per lui perdon vi chiamo,
Se assente lo trovate.
Ele. Addio ... (per partire)
Ste. Signora , ah ! no , deh ! v' arrestate.
Se abbellir questo soggiorno
Vi degnaste per brev' ora ,
Pochi istanti a far ritorno
Ei tardar sol puote ancora \
Io per lui ven faccio prego ,
Non niegate di restar.
Ele. (Che risolvo ! accetto , o niego ?
Oual partito ho da abbracciar ? )
29
Voi ... chi siete ?
Ste. In me vedete
Il fratel di chi cercate.
Ele. Suo fratel ? {con gioia)
Ste. Con me potete
Confidarvi.
Ele. Rammentate
D' Eleonora ancora il nome ?
Ste. Eleonora ! oh Dio ! ma come ?
Voi la figlia del patrizio
Andrea Costa ?
Ele. Appunto , sì.
Ste. Mia compagna dell' infanzia !
Oh contento! oh lieto dì!
(si abbracciano)
a 2.
Dei cari momenti
Ancor ti rammenti ,
Che cint di fiori ,
Simile agli amori ,
Sui liguri colli
Scherzava con te ?
Ah ! sono passati
Que giorni beati ,
La dolce memoria
Sol resta con me.
Ele. Che più visto non aveati
Ora son due lustri ornai.
Ste. Da quel giorno che in collegio
A Pistoia me n' andai ...
Ma tu come ?...
SCENA VI.
Rolla , e detti.
Rol. (vedendo Eleonora e correndole incontro)
Ah!
Ele. Rolla , ascoltami ...
*2
50
Perchè mai d' espor tu nieghi
La tua statua ?
Rol. (Oh ciel ! consiglio.)
Ste. Sì , t' arrendi a7 nostri preghi ...
Rol. Ah ! non posso.
Ele. Come ?
Rol. Giudici
Voi ne siate. (Rol. fa loro vedere la
Ele. (Che sarà !) statua)
Ste. (Me infelice ! di quel braccio
Or s' avvede, che dirà !)
Rol. Riconosci quella immagine ? (ad Eie.)
Ele. È la mia !
Ste. Fia ver ? (Qual velo
Dal mio ciglio or si dilegua ! )
Rol. Tutto or sai... Che veggo! (scorgendo
la correzione)
Ste. (Oh cielo!
Ei s' avvide.)
Rol. Al manco braccio
Era un vizio ...
Ste. (Quale affanno ! )
Rol. Ora è tolto ...
Ste. Deh! perdonami...
Rol. Chi qui venne ?... ah ! non m'inganno ...
Giusto cielo ! è Michelangelo!
Ste. Che? quel vecchio?
Rol. E desso!... oh giubilo!...
Ah ! vien meno in me il respir.
(breve silenzio)
Ei si degnò rivolgere
All'opra mia lo sguardo !
Ah ! non poss' io resistere
Al foco immenso ond' ardo ...
Or questo tetto è un tempio ,
Ora poss7 io morir.
Ste. No , fra tei mio , rinfrancati ,
Di gioia non si muore.
Ele. Verrai da Michelangelo
Gridato vincitore ...
31
Rol. Ah ! non fia mai che pubblica
Sia fatta I7 opra mia ,
D' infamia a te sarìa ,
E di rimorso a me.
Ste. « E rimanere incognita
« Essa dovrà ?
Ele. M7 ascolta :
Per te, per la tua gloria
A tutto io son risolta ...
Vedrai ... per poco attendimi ...
Altro a tentar non resta ... (per par-
Rol. Dove , Eleonora? arresta... tire) ^
Ste. Rol. Il tuo pensier qual è ?
a 3.
Ele. Volo appiè del genitore ,
Gli disvelo 1' amor mio ,
La mia smania , il mio dolore ,
Se tua sposa non son io ;
La tua gloria , il genio tuo ,
Io palese a lui farò...
Certa son dell7 amor suo ,
Forse arrenderlo potrò.
Rol. Sì t ti prostra al genitore ,
L'amor nostro gli palesa,
Digli, ah! digli il mio dolore,
Se tu fossi a me contesa ;
Digli ancor , se mai s7 oppone ,
Ch7 io di duol ne morirò ;
Ma che il fato che m7 impone
Rispettare ognor saprò.
Ste. Sì , ti prostra al genitore ,
La tua fiamma gli palesa ,
Digli , ah ! digli il suo dolore
Se tu fossi a lui contesa ;
Digli ancor, s7 ei fia spietato ,
Che il fratello io perderò...
Che ramingo , abbandonato
Sulla terra io resterò.
(Eie. parte : Rol, e Stef. entrano a destra)
32
SCENA VII.
Parenti e amici di Rolla , indi Stefano.
I. Coro Non havvi dubbio - di qui sbucciata
È la .signora - tutta velata.
II. Oh ! cara questa. -
I. Curiosa in vero!
II. Ecco svelato il gran mistero.
Tutti L' amico Rolla - innamorato !
Chi mai 1' avrebbe - immaginato !
Affé che un sogno - ancor mi par.
Ste. Voi qui ! che fate ? - che mai volete ?
Per molestarci - forse qui siete ?
Coro Non t' adirare - tutto sappiamo .
E a rallegrarci - venuti siamo.
Ste. Con chi ?
Coro Con Rolla - che avrà Y onore
D' esser del premio - il vincitore ;
Già per Fiorenza - altro non s' ode
Che il di lui nome - che la sua lode ,
Già Buonarroti - ha pubblicato
Che un capo d' opra - egli ha creato 5
A far noi pure - gli onor dovuti
Siamo venuti - all' amistà.
Ste. Or eh' egli è grande - gli siete amici ?
Coro Come ? che dici ? -
Ste. Eh ! già si sa.
Alcuni del Coro
Io sempre dissi - che in quella fronte
V eran del genio - tutte le impronte.
GlialtriIo sempre dissi - né m'ingannai,
Che a grande meta - dovea toccar.
Ste. Bravi !
Coro Ma dove - è desso mai?
Ste. Fermate ? ei brama - di riposar.
33
Di qual tempra è il vostro affetto
Non ignora il fratel mio ,
Né giammai , ve lo prometto;
Fia per metterlo in obblìo ;
Ma vi prego di scusarmi ;
Or vedere non si può.
Coro Digli allora a nome mio,
Che divido il suo contento ,
Che di quanto aver poss' io
Può disporre a suo talento ,
Che in persona a rallegrarmi
Quanto prima tornerò.
Ste. Non temete, rammentarmi
Io di tutto ben saprò, (il Coro parte)
SCENA Vili.
Stefano solo , indi Rolla , poscia un paggio
che reca un foglio.
Ste. Alfin partiti sono ! oh ! i cari amici ,
Or che al fratello mio fortuna arride
A gara a festeggiarlo
Tutti si fanno , e pria di ravvisarlo
Facean sembiante appena ; sciagurati !
Disdegna il fratel mio
Quella vostra amistade.
Rol. Ah ! non poss' io
Trovar riposo \ il giubilo , il timore
Moti nel cor mi destano
Ahi ! troppo violenti.
Ste. Io pur direi
Che più quasi in me stesso
Capir non posso ...
Rol. (entra il paggio che reca il foglio) Un messo !
Ste. Ah ! forse d' Eleonora. - A te diretto
E il foglio, (il Pag. consegna la lettera e parte)
Rol. Oh ! come il cor mi trema in petto.
Ste. Vediamo.
34
Rol. Il padre d' Eleonora. - Rolla,
Tutto mi fé palese
La figlia mia : s7 io sol fossi con lei
Forse consentirei
Al vostro imene , ma ad un figlio io deggio
Dar conto del mio nome. Se ad Appiani
Eleonora si sposa
Presso Genova instar debbe il gran Duca ,
Onde il mio grado , la fortuna mia
Restituita mi sia. - Rolla , m? intendi ,
La statua tua per ora
Ten prego , deh ! tu non esporre ancora. -
[breve silenzio
Tutto è perduto : ah ! Stefano , non resta
Più per me che morir.
Ste. Oh ! che mai parli ?
Rol. Vanne, o fratello, e digli che celata
Eternamente fia dietro quel velo
La statua mia.
Ste e E tu vuoi ?
Rol. Lo deggio.
Ste Oh! Dio..
Di tante veglie il frutto
Gettar vedrò così ?
Rol. Obbedisci.
Ste. (Ah ! il tutto
A raccontar si voli a Michelangelo ,
Egli può molto , ancora io non dispero.) [parte]
SCENA IX.
Rolla, solo , indi il Marchese Appiani con seguito.
Rol. Eleonora! tu d'altri! oh! a tal pensiero
Sento agghiacciarsi il core ;
Che più m' importa della gloria ornai
Se tu mia non sarai. - Per te soltanto ,
Per deporta al tuo piede , io la bramava ,
Senza di te del serto io spregio il dono. -
35
Signor ...
App. Appiani io sono.
Rol. (L7 abborriio rivai ! da me che brama ? )
App. Noto è al gran Duca che cT ogn' altra in merlo
La statua vostra è superiore assai ;
Il vincitor del premio
Ei vi proclama, e impone che all' istante
Tradotta venga nel palazzo mio.
Rol. (Che ascolto ! ) Ah ! non poss' io
Acconsentir.
App. Che dite ?
Rol. La mia statua
Pel concorso non è.
App. Vano pretesto !
Il gran Duca la brama , ed io ...
Rol. Che fate ?
App. La statua voglio ...
Rol. Ah ! per p!età , fermate. -
Innanzi a Dio soltanto
10 mi prostrai finora 5
Voi mi vedrete in pianto
Ai vostri piedi ancora ;
Deh ! non vogliate togliermi
11 ben che sol mi resta ...
Vita crudel , funesta
Questa mi fora allor.
App. (Ah! non poss' io più reggere...
Quel pianto suo , quei detti
Tutti i più crudi affetti
Mi destano nel cor.)
Ogni pregare è inutile ...
Rol. Come ?
App. Al gran Duca , e tosto
Recar la statua deggio.
Rol. Signor...
App. Ad ogni costo
La voglio.
Rol. Deh ! ven supplico ...
Pietà ! pietà di me !
56
Àpp. Stanco già sono : Guardie !
Rol. Signor , deh ! sospendete ...
App. Non più , quel velo strappisi, (fa un
canno alle guardie che s7 innoltrauo verso la salita)
PvOL. Oh cielo !... ebben ... V avrete ! !
(prende il martello sopra i gradini, e passa
dietro la cortina ; si ode un grido di dispera-
zione e di furore , ed un fracasso di marmo
che si spezza)
App. Che ascolto! oh rabbia !... il perfido
L' ha sfracellata ...
(Rolla torna a comparire : si vede la statua
rinversata dal piedestallo e rotta in parecchi
pezzi)
Rol. A te !
a 2.
Vieni , o crudo , e assassina 1' artista
Sui frantumi dell' opera sua ...
La tua storia più atroce , più trista
Quest' impresa formar non potrà.
App. Sciagurato ! queir opra atterrata
Non m' asconde qual colpa è la tua -
Né a sottrar dall' infamia un' ingrata
Tal raggiro bastare potrà.
(il Marchese parte ; Rolla cade svenuto)
SCENA X.
Rolla solo , indi Eleonora , Michelangelo e Stefano.
Rol. Eleonora ! Eleonora ! ove sono ? (si alza
a poco a poco ; egli è delirante)
Che m' avvenne ? quai sogni terribili !
Mio fratello ...ah! perchè in abbandono
Tu mi lasci ? — Che disse queir empio?
Noi ricordo.
Ste. Ah ! fratel ... che t' avvenne ?
Ele. Quali sguardi !
Rol. Rapir la mia statua
Ei voleva ... ma no, non V ottenne.
57
Mie. Tu deliri!
Ele. Mio Rolla!
Rol. Ed io , barbaro ,
Non sapete? Io V uccisi ...
Ste. Che fu?
(Rolla mostra loro la statua)
Tutti , eccetto Rolla
Ah ! distrutta ...
Mie. Ed avesti coraggio ? ...
Ele. Sconsigliato !
Ste. Che festi !...
Rol, Non più. —
a 4.
Ele. Ste. e Mie
Atterrata ! - sfracellata !
Quale accesso di furore!
A tal vista in seno il core
Di terror mi si gelò ;
Ah ! frenare ornai le lagrime
In pensarvi io più non so.
Rol. Snaturato - dispietato ,
Or lo veggo, io m'ebbi il core...
Morte , infamia al genitore ,
Che immolar sua prole osò !
Ah ! lo sento , ornai più vivere
Dal dolor io non potrò.
Mie. Le sue forze V abbandonano ...
Ele. Ah ! rinfrancati ...
Ste. la te stesso
Deh! ritorna ...
Rol Oh! qual martirio...
Ele. Eleonora è a te d' appresso ,
In mercè di Michelangelo
Son tua sposa.
Mie. Sì, v'unite.
Rol. Eleonora! Michelangelo! (riconoscevi-
Dolci nomi ! oh ! a me venite doli)
Ch' io v' abbracci. (*) Quale strepito !
(*) (si odono due colpi di cannone)
Mie. Ti proclaman Yincitor.
38
SCENA ULTIMA.
Popolo e detti , indi un Paggio del Granduca che
porta sopra un cuscino di velluto una corona
d* oro.
Pop. Lode e gloria al genio ligure !.
Viva Rolla ! a Rolla onor !
Ste. Mira, mira, accorre il popolo ...
Rol. Ah ! gioirne più non posso ...
Qui ... nel sen ...
Ste. Che apprendo ! ahi ! misero ...
Ei nel core si è percosso.
Rol. Sì, fratello... il fatai colpo...
Qui rispose ... ah ! ne morrò.
Pop. Tu morir! che parli ?
Rol. Reggere
Più non posso ...
Ele. e Ste. a 2. Rolla , ah ! no.
Per T amore e per la gloria
Dèi serbare i giorni tuoi ,
Pensa , o caro , che dividerti
Tenteresti invan da noi ,
Che il tuo fato è il fato mio ,
Che seguirti ognor desìo ...
(col Coro) Vivi , ah ! vivi , e a te 1' Italia
Grata ancora un dì sarà.
Coro Ecco il lauro che dee cingere (entra il
La tua fronte. paggio col lauro)
Rol. Ah! I' ultim' ora
S' avvicina ... caro Stefano ...!
Michelangelo! Eleonora !
M' abbracciate ... addio ! vi lascio ...
Avrà il ciel di me pietà ! (muore)
Mie. e Questo è il lauro di Virgilio ...
Coro Una tomba ombreggerà.
FINE.
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♦ ••••
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Ti. *
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